lunedì 30 gennaio 2017

POPULISMO : siamo seduti su un vulcano e non ce ne rendiamo conto

 
Populismo : siamo seduti su un vulcano e non ce ne rendiamo conto.

Riusciremo a controllare gli orientamenti del populismo quando tracimeranno ?

Torno sul Populismo per favorire un migliore approccio del lettore su un argomento così attuale

Procederò in qualche modo per schemi.

Per inquadrare meglio e definire il Populismo moderno è utile partire dalla idea che il grande Rousseau aveva maturato sull'uguaglianza fra gli uomini :

       " Gli uomini sono uguali e liberi per natura "

Dobbiamo quindi spiegare come mai allora, nella maggior parte dei casi, da sempre, gli uomini vivono il dramma di profondissime diseguaglianze sociali, in schiavitù e, come già evidenziato, senza la possibilità di esercitare i più elementari diritti, nemmeno il libero arbitrio.

Per dare una possibile spiegazione dobbiamo per forza incolpare qualcuno.

L'assioma di partenza recita :
- Gli uomini sono nati liberi ed uguali : se vivono in diseguaglianze e schiavitù vuol dire che qualcuno ne è il colpevole.

- Ma chi è il colpevole allora ?

Con evidenza e direi anche fatalmente, è colpevole colui che emerge, coloro che sono ai vertici della società.

Proprio da queste considerazioni di partenza ( assioma ) nasce il Populismo con il valore di una naturale " chiamata " per il Popolo, per definizione buono, incorrotto ed oppresso,  ad una reazione di opposizione a livelli crescenti direttamente proporzionale alle ingiustizie patite.

La reazione nasce e cresce  contro le strutture sociali e contro coloro che rappresentano e dirigono queste strutture : il contagio si diffonde.

Fra i primi responsabili da colpire che vengono additati ci sono i politici perché più in vista nella rappresentazione scenica degli atti di governo.

Personaggi che, come la storia ci insegna, spesso totalmente scollegatisi dalla realtà se non in preda al delirio dell'onnipotenza.

Un altro modo per interpretare l'anelito all'uguaglianza dell'uomo che genera il Populismo è quello kantiano.

Il filosofo considera l'umanità che è in ogni essere umano, sempre come fine e mai come mezzo.

Kant percepisce ogni essere umano, qualsiasi siano le sue caratteristiche, doti
dell 'ingegno , posizione sociale, nascita, come fine e mai come mezzo.

Ragionando però appare chiaro che affinché tutti gli uomini possano essere fini e non mezzi, occorre un certo livello di  benessere, di ricchezza, un certo grado di padronanza dell'uomo sulla natura.

Aggiungo che occorre rappresentanza del Popolo, politica e sindacale. Occorre tra potere e Popolo quella che Gramsci definì " connessione sentimentale ".


Tutto questo, affinché gli uomini possano essere fini e non mezzi purtroppo non deriva dal principio.

Senza falsità dobbiamo convincerci che i principi sono belli ma, purtroppo, nella loro applicazione siamo costretti a derogare più o meno da essi, non perché siamo incoerenti ma perché la realtà non si presta............

Un esempio :

davanti ad una situazione di pericolo individuale e collettivo, l'uomo può non trattare l'altro come fine ma eliminarlo per salvare se stesso.

Se invece si volesse attuare il principio di Rousseau nella sua interezza, bisognerebbe che tutti e due morissero.

Non c'è tradimento dell'uomo, c' è discrepanza fra il principio e la realtà.

Ci sono talmente tante discrepanze tra gli enunciati e la realtà che solo la innocente speranza verso il trascendente obnubila.

Tra le più clamorose : il basso livello di reddito, di produttività dei più in favore delle élite.

In una società, al di fuori delle recite mediatiche, che non produce a sufficienza per dare cibo a tutti, è impossibile l'applicazione sociale del principio dell'uguaglianza.

Persino l'applicazione personale di questo principio è impossibile : in favore di chiunque ha bisogno, mi tolgo il pane dalla bocca per donarglielo, lasciando morire di fame me stesso ed i miei figli.

Una applicazione del principio dell'uguaglianza, come lo intendeva Kant, richiede che le differenze economiche e politiche, oltre che sociali, non siano troppo distanti e così anche le contraddizioni tra principi e la realtà siano minime, ridotte al minimo.

E' evidente, ragionando in buona fede, che si può affermare che il principio di uguaglianza umana incontrerà sempre dei limiti : scegliere tra la vita di un bambino e di un vecchio, tra la nostra vita e quella dei nostri cari e così per tutte le infinite drammaticità della vita.

Pensare, seduti comodamente nelle nostre case, di rendere tutto coerente, porta al tipo di assurdità contro la ragione che crea vertigine perché non ha risposta.

Riassumendo, per mantenere il filo del ragionamento, ripetiamo : per Rousseau tutti gli uomini sono uguali e liberi per natura, mentre Kant considera l'umanità che è nell'essere umano, sempre come un fine e mai come un mezzo.

Ma quale di queste concezioni, tutte e due da " aggiornare ", si può considerare in linea con gli enunciati cristiani ?

E' onesto pensare che per motivi diversi, sia gli uomini ai vertici delle varie confessioni che gli esponenti politici e gli eretici vogliano " l'ombrello " e la " coperta " tutti per sé.

Chi invece analizza gli aspetti del percorso esistenziale dell'uomo, indipendentemente dalla sua visione delle cose a favore di una parte od un'altra deve, attraverso la preparazione culturale, ragionare ed usare l'intelletto.

Le dinamiche devono essere analizzate con maggiore ampiezza, con acume e capacità di guardare oltre le pulsioni populiste connaturate al nostro animo: i ragionamenti devono essere macinati con grana fine.

E' anche Populismo, diciamo col freno a mano tirato ed utilizzando la PNL, affermare che : "...gli ultimi saranno i primi......."

Il Populismo è racchiuso nel verbo " saranno ", un giorno, a da venì, proprio perché ora, oggi, i primi sono i prevaricatori, coloro che usurpano i diritti degli altri uomini, quelli che rubano il futuro ai giovani, gli sfruttatori, le élite finanziarie, gli "uomini neri".

Sulle ali di una concezione trascendentale possiamo arrivare a ritenere : " Spes ultima dea "

Non mi lascio tentare dal citare l'altra concezione di una vita trascorsa nella speranza di matrice più popolare.............

Un giorno gli uomini che dominano il mondo saranno gli ultimi e gli ultimi, ora presenti come valore solo negli enunciati, saranno i primi in un'altra dimensione.
E' un annuncio, un'apertura di credito.

Se si parte dalla disperazione delle crescenti disuguaglianze, dalle povertà, dalla consapevolezza delle condizioni di una miserabile vita, dall'ascensore sociale per i nostri figli che è " ferma al piano " da decenni e da ciò che  di male ogni giorno viviamo, si entra in una dimensione diversa.

Il comune sentire, quello degli ultimi, dei più, esalterà il numero, la miseria di massa, l'ignoranza alimentata dai " primi " di oggi, da coloro che sono ai vertici.

L'esaltazione, oggi , sta creando il contagio e lo stato d'animo adatto a favorire lo scontro sociale che mi pare di vedere sul nostro orizzonte.

Una prospettiva di un'irrisolvibile contrapposizione tra i super ricchi e i miserabili che lascia intimoriti oggi e speriamo non terrorizzati nel nostro futuro prossimo venturo.

Queste contrapposizioni, qualche fine analista dirà, ci sono sempre state... ma sono i numeri di oggi che sono cambiati.

Secondo la ONG britannica OXFAM nel suo recente rapporto

            " UN ECONOMIA PER IL 99 % "
                                        
è osceno che 8 ( otto) persone al mondo detengano ricchezze quanto il 50 % della popolazione mondiale, circa 3,6 miliardi di individui.

Cosa direbbero Rousseau e Kant oggi ?

In Italia il 60 % della popolazione deve spartirsi solo il 17,6 % della ricchezza.

Ma di cosa parlano i maggiorenti quando parlano ?

La domanda da farsi è chiedersi come mai miliardi di persone che soffrono, non abbiano ancora " strizzato" gli otto personaggi, i primi tre appartenenti al mondo del Web.

Quando tutto esploderà ?

Penso che l'innesco del meccanismo che genererà imprevedibili nefaste conseguenze in tutto il mondo si sia già attivato.

Presto non basteranno i predicozzi alla Edmondo de Amicis :

 "... i poveri amano l'elemosina dei bambini perché non li umiliano, e perché i ragazzi che han bisogno di tutti, somigliano a loro..................................
L'elemosina d'un uomo è un atto di carità ma quella di un fanciullo è insieme una carità ed una carezza... "

Mi meraviglio di non aver ancora sentito parole analoghe e poetiche alla televisione, anche se in taluni casi si è già giunti a :

                 " .. piutost che nient' l'é mej piutost.. "

Non le multinazionali che hanno comprato l'Italia , non le banche che hanno intossicato l'economia con i derivati ma progetti politici adeguati potranno, forse, modulare anche se non evitare le conseguenze del Populismo prossimo venturo. Ricordo che, il Populismo, quello buono , non è in sé un sentimento negativo, anzi è un grande valore. ( leggi il  precedente articolo sul tema )

Siamo seduti su un vulcano e non ce ne rendiamo conto

1 commento:

  1. Caro Renzo, ancora una volta un pensiero attuale e sagace.
    Purtroppo la nostra società sta affondando nelle sabbie mobili della cattiva informazione, pochi hanno voglia di uscire dal coro per riflettere e far riflettere

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